La nostra storia

Dirigendo dal 1991 Seicorde, un piccolo giornale dedicato esclusivamente alla chitarra classica, mi ero reso conto che uno dei problemi che affliggeva il settore non era la mancanza di valenti professionisti, concertisti, insegnanti, ricercatori, liutai – anzi, avevo fatto tanti incontri di qualità – ma la difficoltà, per non dire la diffidenza, che avevano molti di loro nel confrontarsi, nell’incontrarsi, nel riconoscersi reciprocamente i meriti e il valore.

Fu così che parlando con altri colleghi durante Interexpo Music – una fiera dello strumento musicale che si svolgeva negli anni Novanta a Pesaro – nel 1996 lanciai l’idea di dare vita a un convegno annuale dove i professionisti della chitarra avrebbero potuto incontrarsi e scambiarsi punti di vista, aggiornamenti, criticità, soluzioni. Pensai che sarebbe stato utile creare anche dei premi destinati non ai giovani, come già accadeva nei concorsi di esecuzione, ma ad adulti che avevano dimostrato con il proprio lavoro le loro capacità. Con una certa audacia le chiamai “Chitarre d’oro”, a sottolineare non tanto la preziosità del premio, quanto l’eccellenza delle personalità a cui sarebbero state assegnate. Giacché all’epoca non esisteva Internet, pensai che durante il Convegno sarebbe stato utile e di grande attrazione organizzare una parallela mostra-mercato, molto semplice e spartana, dove editori, discografici, liutai, produttori di accessori, festival, avrebbero potuto esporre le loro novità.

Infine mi cimentai nel compito più difficile: mettere in piedi un comitato scientifico formato non solo da chitarristi e musicisti competenti e informati, ma soprattutto dotati della qualità più rara negli essere umani: l’equilibrio e l’imparzialità. Perché dover scegliere ogni anno quali relatori invitare, quali concertisti ingaggiare e individuare la rosa dei premiati che avrebbero ricevuto le Chitarre d’oro richiedeva una decisione pluralistica e disinteressata. Non posso nascondere che nei primi anni è stata dura: la tendenza a riconoscere e premiare membri del proprio clan è fortissima, ma lontana dai miei obiettivi. Così nel primo decennio di attività il comitato ha accolto e avvicendato personalità diverse fino a quando ha trovato una squadra di lavoro che assicurava competenza ed equilibrio. Il Convegno, dopo la prima edizione a Pesaro, si è svolto per molti anni al Conservatorio di Alessandria, grazie all’ospitalità della famiglia Pittaluga che organizza l’omonimo concorso di esecuzione, per approdare dal 2019 al Conservatorio di Milano. Il primo direttore artistico è stato il sottoscritto che ha guidato il Convegno per 15 anni, quindi Giovanni Podera per 9 anni, e dal 2020 ha assunto questo importante incarico Frédéric Zigante.

In 29 edizioni il Convegno ha ospitato centinaia di relatori, concertisti, ricercatori, liutai, sono state conferite duecento Chitarre d’oro e ha richiamato molte migliaia di appassionati da tutta Italia e dell’estero. Sono stati pubblicati gli Atti del Convegno che oggi rappresentano un prezioso patrimonio culturale che documenta, dalla viva voce di molte personalità ormai scomparse, gli ultimi trent’anni di storia della chitarra.
Persino nel 2020, il terribile anno della pandemia che ha bloccato tutte le iniziative congressuali e del mondo dello spettacolo, il Convegno si è svolto nel rispetto delle severe restrizioni sanitarie. Perché la passione per la chitarra, lo sa bene chi l’ha studiata, è qualcosa che ti porti dentro per tutta la vita e riesce a compiere il miracolo di non farti mai pensare che occuparsi delle sei corde sia un lavoro, ma solo una bellissima avventura.

Filippo Michelangeli,
fondatore e presidente